Adottato in Cambogia all’età di quattro anni e portato a Roma, Vakhim, oggi diciottenne, torna per la prima volta, con i suoi genitori, Francesca e Simone, e con Maklin, una sorella ritrovata, nel villaggio in cui è nato. Va a conoscere le sue origini e la madre naturale. Attraverso gli straordinari filmati amatoriali girati dalla madre Francesca – regista del film – e nuove riprese effettuate in Cambogia, ci immergiamo nella storia di Vakhim e della sua famiglia, tra passato e presente. Il loro carico di emozioni, dubbi, certezze e speranze, ci porta in un racconto intimo, personale, ma universale, che ci interroga sul significato profondo dell’essere famiglia.
Italia, 98 minuti, 2024
Festival: La Biennale di Venezia 2024: Giornate degli Autori – Notti Veneziane, Salinadocfest
Produzione: Land Comunicazioni
Ambientazione: Italia, Cambogia
Regia: Francesca Pirani
Sceneggiatura: Francesca Pirani
Fotografia: Massimo Intoppa, Luciano Usai
Montaggio: Nicola Moruzzi
Suono: Emanuele Amodeo, Francesco Morosini
Già aiuto regista di Marco Bellocchio per La visione del sabba (di cui era anche co-sceneggiatrice) e Il sogno della farfalla, Pirani ha debuttato nella regia di finzione con L’appartamento (1997), seguito con Una bellezza che non lascia scampo e, con Stefano Viali ha firmato BEO e D’Annunzio, l’uomo che inventò sé stesso. Autrice anche di documentari per la televisione, con Vakhim, finalista al Premio Solinas Documentario 2019, porta sul grande schermo tre lustri della propria biografia, accompagnando le riprese domestiche e di situazioni intime con osservazioni sul ruolo genitoriale e le tante scelte che chi adotta deve compiere.
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