Una lettera per immagini di un padre cinefilo ad un figlio “perduto” che vive lontano con la madre. Gli archivi ufficiali della Cineteca di Bologna si intrecciano con quelli personali del protagonista, che dedica questo suo film al figlio, oggi quarantenne, invitandolo alla prossima riapertura del Cinema Modernissimo, il mitico teatro di Bologna, che ha fatto da sfondo alla storia della sua famiglia. Un documentario su una sala cinematografica che riesce a rievocare non solo la storia dell’edificio e dei film che ha proposto, ma anche quella della città in cui ha sede.
Giuseppe Schillaci vive a Parigi, dove lavora come regista e autore cinematografico. È membro di Euro doc e ha realizzato film documentari e cortometraggi presentati nei festival internazionali, tra cui “The Cambodian Room – Situations with Antoine D’Agata”, in co-regia con Tommaso Lusena de Sarmiento (2009 Premio della Giuria del TFF), il cortometraggio per Matera Capitale Europea della Cultura “Transhumance” (2019), il cortometraggio di finzione “Zabut” (2021) vincitore del premio miglior film al festival Courts en Flèche. Giuseppe Schillaci è anche autore letterario e il suo primo romanzo, “L’anno delle ceneri” è stato candidato al Premio Strega e finalista al Premio John Fante.
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