I tappeti psichedelici che rivestono i corridoi degli hotel, dei casinò e dei centri congressi americani, ci riconducono ad un’unica città: Dalton, Georgia, la “Capitale mondiale dei tappeti“. Questo baluardo della produzione manifatturiera americana, sconosciuto ai più, è oggi in decadimento. Tra i creativi dei tappeti rimasti a Dalton c’è Roderick James, uno scozzese espatriato, designer tessile freelance, che vive la sua vita come un moderno cowboy, cavalcando una serie di imprese ambiziose ed improbabili. Attraverso il viaggio di Rod alla ricerca dei residui del Sogno Americano, “Carpet Cowboys” esplora, in modo ironico e amaro, le tensioni tra l’identità personale e quella nazionale ed il rapido processo di cambiamento del modello economico globale. Dove inizia e dove finisce il mito americano?
Noah Collier è un regista e direttore della fotografia nato a New York. Come direttore della fotografia, Collier ha realizzato principalmente opere non fiction, Jawline (Hulu 2019), vincitore del premio della giuria Sundance Special, Santa Camp (HBO 2022) e The Come Up (Freeform 2022).
M. Emily MacKenzie è una regista e producer di New Orleans. Ha co-sceneggiato e montato il documentario “First comes love” di Nina Davenport (HBO, 2010). Ha lavorato come producer e regista per Vice, MTV, Fuse, Animal Planet e WEtv. Il suo documentario breve “Scar story” è stato trasmesso su Atlantic.com nel 2016 con oltre 80 mila visualizzazioni. Attualmente sta completando “Tapestries”, una serie audio femminista che racconta storie queer di cancro al seno.
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